Dovevamo sposarci a Las Vegas…
ma poi abbiamo scelto il Lago d’Orta e Villa Pestalozza!

“Dovevamo sposarci a Las Vegas, ma poi ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che la felicità esiste soltanto se è condivisa con le persone che amiamo e che ci vogliono bene” scrive Evelyn, la splendida sposa brasiliana protagonista, insieme al marito Gabriele, di questo DIY (do it yourself) wedding. “Abbiamo scelto il Lago d’Orta perché è un posto magico dove il tempo sembra si sia fermato e la sensazione che ci ha pervaso sin dal primo istante è stata di sentirci i personaggi di una favola antica, dalla quale non siamo più voluti uscire”.

La cornice del matrimonio di Evelyn e Gabriele è stata quindi Miasino, “con i suoi vicoli ed il profumo dei suoi camini” e la Villa Pestalozza è stata il luogo in cui gli sposi hanno accolto i loro invitati, provenienti per l’occasione da ogni parte del mondo.

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Durante i mesi precedenti al matrimonio, fino al giorno stesso dell’evento, la sposa ha dato libero sfogo alla sua creatività allestendo lei stessa ogni angolo della villa e del parco con oggetti dal gusto shabby chic. Scrive lei stessa:

“E’ stata l’atmosfera della location a darmi l’ispirazione per iniziare a creare. Lo stile shabby era il sentiero giusto da intraprendere e rispecchiava appieno il nostro stato d’animo. Ho scelto nuances pastello: rosa antico, avorio, corda, tutto doveva avere un qualcosa di rivisitato di vissuto. I macramé e gli uncinetti della nonna sono stati usati per ornare gli oggetti che occupavano il tavolo dei ricordi, i tavolini in giardino e i tavoli nella pergola”.

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“Il primo passo concreto è stato la scelta dell’abito perché credevo che conoscerlo mi avrebbe aiutato a immaginare le successive scene di questa bellissima storia.
Mi sono così affidata a uno stilista danese, Justian Kunz, e insieme abbiamo disegnato il modello e scelto i tessuti: per rimanere in tema, perline e pizzo, tutto rigorosamente color avorio. All’inizio non ero sicura di volere portare il velo, ma riflettendoci ho pensato che sarebbe stata la mia unica occasione per farlo, e velo fu!

Anche Gabriele desiderava un abito su misura, arricchito da dettagli ispirati al mio abito, frutto di confessioni sussurrate al telefono a Riccardo Negro, consulente di stile che ha seguito il mio lui in una scelta così importante, traducendo le sue attese in un abito impeccabile.”

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Continua Evelyn: 

”Le idee continuavano a sorgere spontanee, come in un sogno antico, idealizzato e desiderato da anni. Disegnati gli abiti, uno dei primi elementi realizzati sono stati i coni per il riso: con le pagine di un vecchio libro di poesie d’amore ho creato le sagome e le ho addobbate con fiocchi di iuta, timbrandole alla sommità con le iniziali dei nomi degli sposi, rendendoli pronti per essere riempiti e poi svuotati con una pioggia di auguri in forma di riso”.

I centri tavola erano uno diverso dell’altro. Le lanterne shabby erano state arricchite con del pizzo invecchiato nel tè, le gabbiette, gli annaffiatoi e la piccola bicicletta erano colme di fiori: peonie, rose tea, ortensie, garofani, gerbere e velo da sposa.

“Non ho mai avuto dubbi riguardo alla scelta dei fiori. La peonia, un fiore di indubbia bellezza e delicatezza è stata la prima certezza”. Evelyn è arrivata in villa la mattina all’alba, portandosi dalla città ogni cosa: con il prezioso aiuto della sua famiglia, e fino ad un attimo prima che iniziasse la cerimonia, Evelyn ha addobbato tutta la villa: vasi, cesti, piccole bottiglie erano adagiati sui tavoli oppure appesi al grande albero in terrazza. E poi il bouquet di peonie, composto in un baleno, d’istinto, proprio un attimo prima di incamminarsi alla volta della Chiesa. 

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Intanto, nelle stanze al secondo piano, Gabriele, lo sposo, si preparava in compagnia dei genitori.
Dopo diverse ore impegnata ad allestire la villa, anche Evelyn ha dato il via ai suoi preparativi, ritirandosi al piano nobile nella suite Camelia.

Ci racconta Giulia Pestalozza, la padrona di casa: “Siccome é una perfezionista, truccata e pettinata, ma ancora in shorts prima di vestirsi, è scesa sotto la pergola per rifinire le decorazioni posizionate sui tavoli, rischiando quasi di tardare per la cerimonia”. Una camomilla preparata al volo prima di partire verso la Chiesa di San Rocco, che svetta in tutto il suo splendore da sopra i tetti del borgo di Miasino.

La celebrazione di Don Primo Cologni, che ha parlato di religione in modo toccante e attuale, è stata emozionante ed a tratti divertente. Una pioggia di riso ed un mare di auguri, qualche fotografia di gruppo e poi tutti verso la villa, rigorosamente a piedi per gustare appieno la bellezza del piccolo paese.

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Gli sposi, in coda al corteo, si sono intrattenuti per una decina di minuti a spasso per le vie acciottolate di Miasino, nella luce dorata del tramonto della sera di prima estate, approfittandone per scattare qualche immagine con la loro fotografa, Marta Guenzi.

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Raggiunta a piedi la Villa Pestalozza, gli sposi hanno fatto il loro ingresso tra le ortensie del viale di accesso, salutando i propri invitati con un brindisi. Auguri, abbracci, allegria e festa li hanno accolti e trascorso così il tempo dell’aperitivo, si sono tutti avviati verso il Photo Booth allestito nel giardino.

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“Ho comprato il legno, la corda, ho chiesto al calzolaio sotto casa di farmi i fori necessari e l’altalena era pronta! Mancava soltanto qualcuno per appenderla all’albero prescelto, alto poco più di dieci metri! E prima che io me ne accorgessi mio zio l’aveva appesa alla grande pianta dalle foglie a cuore proprio nel mezzo del giardino!
E’ stato lì, sotto quell’albero che si imponeva solitario sul prato che ho deciso di registrare i momenti più singolari della festa. Una specie di Photo Booth senza booth! All’aria aperta, in mezzo al verde e accompagnato dal dolce dondolare dell’altalena.”

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“Le fotografie sono la memoria più tangibile che ci rimane di questo evento per noi indimenticabile. La scelta della fotografa Marta Guenzi non poteva essere più azzeccata. In ogni foto lei ha saputo cogliere l’essenza dei momenti. Avremo per sempre mille foto, una più bella dell’altra e tutte quante ci raccontano ogni sorriso, ogni gesto, come un cinema muto, un reportage attento e ricco del giorno più importante della nostra vita“.

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Giunta la sera, tutti a tavola sotto la pergola in ferro battuto.

“Le scelte del menù sono state un piccolo racconto della nostra storia: la piramide di macarons di Ladurée per riportarci a Parigi, la nostra città, meta del nostro primo viaggio da innamorati. Il gelato Haagen Dasz, compagnia di svariate serate domestiche, davanti alla TV, ”due cucchiaini e una confezione”. Dietro ogni scelta una storia, un perché”.

Volevamo che la nostra fosse una festa molto intima, in compagnia di una trentina di persone, amici e famigliari arrivati da ogni parte del mondo: tanto colore, tante buone vibrazioni, risate e complicità, come se il mondo stesso si fosse adagiato dentro quel piccolo scenario”.

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Durante la cena le note della bravissima cantante Rosa Emilia Dias hanno toccato il cuore di sposi ed invitati e danze divertenti e scatenate non sono mancate fino alla mezzanotte, quando la wedding cake decorata con pizzi ha fatto il suo ingresso. Coronata da un timbro in cioccolato con le iniziali “e&g”, per ogni piano aveva un ripieno diverso: dolce di latte, dolce di cocco e dolce di cioccolato. Un piccolo richiamo dei sapori della terra di Evelyn, il Brasile.

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“La luna piena è stata la nostra madrina… era lì che illuminava il giardino della villa e ci prestava la sua luce scintillante! Mi ha quasi rubato la scena!”, racconta Evelyn che conclude con le parole più toccanti: “Per noi il matrimonio è una celebrazione, un momento intimo di condivisione dei sentimenti più nobili e veri come l’amicizia sincera, l’amore incondizionato dei nostri famigliari e l’incontro felice di persone che ci hanno aiutato a rendere il nostro sogno realtà. Abbiamo avuto la fortuna di trovare le persone giuste e questo non è stato per niente semplice, ma quando si ha il cuore pieno di positività e passione sembra che tutte le soluzioni inizino a bussare alla porta! Così grazie alla forza dell’universo abbiamo incontrato e creato lacci di amicizia con Don Primo Cologni, Marta Guenzi, Rosa Emilia, Justian Kunz, Riccardo Negro, Giulia Pestalozza e tante altre persone che si dedicano con tutto il cuore per rendere questi momenti ancora più unici.”

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